giovedì 11 gennaio 2018

MUSICA

Nel 2014 l'artista pugliese Caparezza pubblica un album dal nome "Museica", in cui è presente una canzone di nome "China Town": in questa il poeta esprime il suo amore per la scrittura concentrandosi sulla felicità che prova nello scrivere un testo e per questo durante tutta la canzone fa riferimenti a tipi di penne e metodi di scrittura per comporre musica, descrivendo l'atto in cui si poggia l'inchiostro sul foglio. 
Di seguito viene riportato il video e il testo della canzone:


Non è la fede che ha cambiato la mia vita, ma l'inchiostro 
che guida le mie dita, la mia mano, il polso. 
Ancora mi scrivo addosso amore corrisposto 
scoppiato di colpo come quando corri Boston! 
Non è la droga a darmi la pelle d'oca ma 
pensare a Mozart in mano la penna d'oca là 
sullo scrittoio a disegnare quella nota Fa 
la storia senza disco nè video nè social. 
Valium e prozac non mi calmano datemi un calamo o qualche penna su cui stampano 
il nome di un farmaco. 
Solo l'inchiostro cavalca il mio stato d'animo, 
chiamalo Ippotalamo, 
lo immagino magico tipo Dynamo 
altro che Freud, un foglio bianco, 
per volare alto lo marchio come le ali di un albatros. 
Per la città della China mi metto in viaggio, da bravo, 
pellegrinaggio ma non a Santiago, vado a China Town. 
Vado dagli Appennini alle Ande, 
nello zaino i miei pennini e le carte, 
dormo nella tenda come uno scout, 
scrivo appunti in un diario senza web layout. 
China Town. 
Il luogo non è molto distante, 
l'inchiostro scorre al posto del sangue, 
basta una penna e rido come fa un clown, 
a volte la felicità costa meno di un pound. 
China Town, il mio Gange 
la mia terra santa 
la mia Mecca. 
Il prodigio che da voce a chi non parla 
a chi balbetta. 
Una landa lontana 
come un amico di penna 
dove torniamo bambini come in un libro di Pennac. 
Li si coltiva la pazienza degli amanuensi, 
l'inchiostro sa quante frasi 
nascondono i silenzi. 
D'un tratto esplode 
come un crepitio di mortaretti 
come i martelletti dell'Olivetti di Montanelli. 
Le canne a punta cariche di nero fumo, 
il vizio, 
di chi stende il papiro come uno scriba 
egizio. 
Questo pezzo lo scrivo 
ma parla chiaro, 
nell'inchiostro mi confondo 
tipo caccia al calamaro. 
Sono Colombo 
in pena, 
che se la rema 
nell'attesa di un attracco nella rena 
salto la cena. 
Scende la sera, 
penna a sfera 
sulla pergamena 
ma, non vado per l'America 
sono diretto a China Town. 
Vado dagli Appennini alle Ande, 
nello zaino i miei pennini e le carte, 
Dormo nella tenda come uno scout, 
scrivo appunti in un diario senza web layout. 
China Town. 
Il luogo non è molto distante, 
l'inchiostro scorre al posto del sangue, 
basta una penna e rido come fa un clown, 
a volte la felicità costa meno di un pound. 
E'con l'inchiostro 
che ho composto 
ogni mio testo. 
Ho dato un nuovo volto 
a questi capelli da Billy Preston. 
Il prossimo concerto 
spero che arrivi presto, 
entro sudato nel furgone 
osservo il palco spento. 
Lo lascio lì dov'è, 
dal finestrino il film è surreale 
da Luis Bunuel, 
arrivo in hotel e, 
la stanza si accende, è quasi mattino, 
c'è sempre una penna sul comodino. 
China Town. 
Il luogo non è molto distante, 
l'inchiostro scorre al posto del sangue, 
basta una penna e rido come fa un clown, 
a volte la felicità costa meno di un pound.

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